Riconoscere la celiachia dal dentista
La celiachia è una malattia autoimmune causata, in soggetti geneticamente predisposti, dalla reazione immunitaria inappropriata nei confronti del glutine. Tale reazione porta alla distruzione progressiva della mucosa del piccolo intestino deputata all’assorbimento dei nutrienti.
I conseguenti stati carenziali e i complessi processi immunologici innescati dal glutine sono responsabili delle manifestazioni multi-organo di questa patologia.
La diagnosi precoce è molto importante nel prevenire l’instaurarsi delle patologie associate, con danni a medio e lungo termine. Nelle forme cliniche tipiche con segni e sintomi gastrointestinali (diarrea cronica, dolori e distensione addominale, perdita di peso), sospettare la celiachia è relativamente facile. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti presenta forme atipiche difficili da diagnosticare in quanto caratterizzate dall’assenza dei sintomi intestinali.
Un attento esame obiettivo del cavo orale da parte dell’odontoiatra potrebbe rilevare la presenza di lesioni dei tessuti duri e molli che si associano con maggior frequenza alla celiachia, far insorgere il sospetto diagnostico e avviare quindi l’iter diagnostico.
In letteratura, é stata ampiamente descritta la presenza di lesioni a carico di denti e mucosa orale in pazienti celiaci.
Le manifestazioni orali che possono associarsi alla celiachia sono:
1) LESIONI DEI TESSUTI MOLLI
– Stomatite Aftosa Ricorrente
– Glossite atrofica
– Manifestazioni orali di dermatite erpetiforme
– Lichen Planus orale
– Sindrome di Sjogren
2) LESIONI DEI TESSUTI DURI
– Ipoplasie dello smalto
– Carie
– Ritardo dell’eruzione dentale
– Ritardo di sviluppo delle ossa mascellari
Ad ogni modo, dai numerosi studi clinici presenti in letteratura la maggiore evidenza di correlazione si é registrata solo per la stomatite aftosa ricorrente e per le ipoplasie dello smalto. A queste vanno comunque affiancate manifestazioni orali più rare, spesso conseguenza di altri stati carenziali dovuti al malassorbimento intestinale (glossiti atrofiche, ritardo dell’eruzione dentaria e dello sviluppo dei mascellari) oppure di malattie autoimmuni potenzialmente associate alla celiachia, come la sindrome di Sjogren, che colpisce le ghiandole salivari e le ghiandole lacrimali, ed il Lichen planus, che colpisce le cellule della cute e delle mucose, spesso con interessamento orale esclusivo.
La stomatite aftosa ricorrente é una patologia immuno-mediata caratterizzata dall’eruzione di una o più ulcerazioni di dimensioni variabili ed estremamente dolorose sulla mucosa orale non cheratinizzata (lingua, guance, pavimento della bocca) che vanno incontro a guarigione spontanea nel giro di 7-10 giorni.
Nonostante non sia ancora chiaro perché queste lesioni orali siano così frequenti nei pazienti affetti da malattia celiaca non ancora diagnosticata, l’evidenza clinica di correlazione e il riscontro empirico della remissione delle ulcerazioni aftose a dieta priva di glutine rendono queste lesioni un importante dato obiettivo e/o anamnestico nella diagnosi della malattia celiaca.
Le ipoplasie dello smalto sono delle anomalie di sviluppo che si manifestano con la presenza di piccole aree di demineralizzazione della superficie dei denti, più frequentemente a carico dei primi molari e degli incisivi. Non é presente una sintomatologia specifica, ma lo smalto indebolito nelle zone ipoplasiche é maggiormente sensibile all’attacco batterico e quindi all’insorgenza di lesioni cariose. Non é possibile, purtroppo, una remissione spontanea in quanto lo smalto colpito é un tessuto inerte che non si rigenera.
Permettendo la valutazione delle alterazioni di struttura dello smalto, dei ritardi eruttivi, delle stomatiti aftose ricorrenti e delle glossiti atrofiche, la visita odontoiatrica può rappresentare uno strumento essenziale per sospettare la malattia celiaca in tutti quei soggetti con manifestazioni di malattia prettamente “orali”.
La diagnosi precoce di celiachia, specie in età pediatrica, rappresenta indubbiamente una tappa fondamentale del successo terapeutico: a questo scopo, lo “screening” odontoiatrico, esame a basso costo biologico e sociale, può dare il giusto input per sospettare la celiachia e suggerire la richiesta di esami sierologici specifici, ovvero:
1) anticorpi anti-transglutaminasi IgA + dosaggio delle IgA sieriche;
2) anticorpi anti-gliadina deamidata (AGAD), utili soprattutto nei bambini sotto i due anni.
3) anticorpi anti-endomisio (EmA)*
* (Gli anticorpi anti-endomisio, più specifici degli altri, non vanno richiesti al momento dello screening, ma sono di conferma e dovrebbero essere richiesti dallo specialista del centro di riferimento)
(fonte www.celiachia.it)
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