Ecco i primi sintomi della piorrea: riconoscerli per agire in tempo

La piorrea (scientificamente e più propriamente nota come “parodontite”) è una malattia assai diffusa e un po’ subdola, perché dà sintomi che potrebbero essere confusi con altri problemi dentali. Da alcune indagini condotte tra la popolazione italiana dal 2016 al 2020 è emerso che, benché negli ultimi anni sia aumentata la consapevolezza sulla piorrea, è ancora profonda la discrepanza tra pazienti parodontali e diagnosi esaustive. In questo articolo vedremo i sintomi più diffusi e come intervenire rapidamente.

Come insorge la piorrea e perché è importante diagnosticarla in tempo?

La piorrea o parodontite o anche malattia parodontale deriva prevalentemente dall’infiammazione delle gengive, cioè la gengivite, e dall’accumulo prolungato di placcae tartaro su denti e gengive.

 

Si formano delle sacche o tasche tra i denti e le gengive, che si estendono in profondità, tra la radice del dente e l’osso sottostante.

 

Queste sacche raccolgono la placca in un ambiente scarsamente ossigenato, che favorisce la crescita di forme aggressive di batteri in persone con alcune suscettibilità del sistema immunitario alla piorrea.

 

La placca e i batteri determinano un’infiammazione cronica a danno del tessuto e dell’osso che mantiene i denti in sede. Se la malattia progredisce, si perde una tale quantità di osso da causare mobilità dei denti e retrazione gengivale.

 

Anche se la piorrea si presenta tendenzialmente tra i 40 e i 60 anni di età, non sono rare le forme di piorrea giovanile.

 

A maggior ragione, c’è un forte bisogno di cure parodontali nella popolazione, e molto spesso questa malattia non viene correttamente diagnosticata e/o trattata (se ne occupa nello specifico il parodontologo).

 

Le conseguenze di una piorrea non curata sono problemi estetici, funzionali e anche psicologici per i pazienti. Il trattamento della forma avanzata di piorrea richiede molto spesso un trattamento protesico complesso, con l’inserimento di impianti dentali, comportando anche costi significativi per i pazienti.

 

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Quali sono i sintomi e i segni della piorrea?

I sintomi della piorrea non devono mai essere sottovalutati, perché determinano sempre un aggravamento e una cronicizzazione dei disturbi, con il conseguente peggioramento della patologia.

 

Alla luce dei dati epidemiologici e demografici italiani, la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), ha condotto una serie di indagini demoscopiche tra il 2016 e il 2020, per analizzare l’impatto e la percezione del problema parodontale nella popolazione italiana, anche in relazione al servizio di diagnosi e terapia offerto dagli studi odontoiatrici privati.

 

Le indagini sono state realizzate su campioni di persone italiane, scelte casualmente dagli elenchi telefonici nazionali, di età compresa tra i 25 e i 74 anni e con caratteristiche demografiche rappresentative dell’intera popolazione italiana.

 

Inoltre, è stato effettuato un sovracampionamento sulla fascia di popolazione più giovane, dai 18 ai 35 anni, per poter avere una maggiore rappresentatività di alcuni fenomeni sociologici. Per la somministrazione del questionario è stato scelto sia lo strumento delle interviste per via telefonica, sia via web.

 

Nell’indagine più recente, svolta nel 2020 su di un campione rappresentativo di circa 32,8 milioni di persone, è stato riscontrato come ben l’82% delle persone intervistate soffra o abbia sofferto di uno dei sintomi potenzialmente associabili a un quadro clinico parodontale: sanguinamento gengivale, retrazione gengivale, alitosi frequente o cattivo sapore in bocca, dolore alle gengive, denti che si muovono e/o si spostano e infezione gengivale.

 

Considerando la sintomatologia più tipica della parodontite (gengive che si ritirano, denti che si spostano, infezione delle gengive) si è giunti a stimare come circa il 50% della popolazione intervistata ne soffra o ne abbia sofferto.

 

Tra le persone che manifestano sintomi associati a problemi gengivali, il 50% è rappresentato da pazienti over 60. Inoltre, esiste una correlazione statisticamente significativa tra pazienti con sintomatologia correlata alla patologia parodontale e presenza di contemporanee malattie sistemiche.

Quindi, stando alle percentuali, i segni tipici di un probabile quadro parodontale sono:

  • Gengive che si ritirano (45%);
  • Denti che si muovono/si spostano (25%);
  • Infezione gengivale (15%).

Inoltre sono spesso presenti queste condizioni:

  • Sanguinamento gengivale (64%);
  • Alito cattivo ricorrente (36%),
  • Dolore alle gengive (30%).

Piorrea: dalla placca alla perdita dei denti

Vediamo insieme il “percorsodella piorrea, dall’insorgere della malattia fino a un quadro clinico complesso:

  • La gengiva sana e l’osso tengono saldamente il dente in posizione.
  • L’accumulo di placca infiamma le gengive (gengivite). Gradualmente, la gengiva si stacca dal dente creando una tasca o sacca che si riempie di altra placca. Ulteriore placca si va accumulando.
  • L’infezione batterica si estende fino alla radice del dente e distrugge l’osso che lo sostiene. Privato di questo sostegno, il dente si allenta e cade o deve essere estratto per via di un ascesso parodontale.


Come viene diagnosticata la piorrea?

Ecco come si procede per diagnosticare la piorrea:

  • Valutazione del dentista, che si avvale della consulenza di un esperto in parodontologia.
  • Eventuali radiografie.

Per diagnosticare la piorrea, il dentista esamina i denti e misura la profondità delle sacche nelle gengive con una sottile sonda. Vengono eseguite delle radiografie per vedere quanto osso è stato perso.

Il Test PSR per ottenere una diagnosi precoce

Come abbiamo accennato, la piorrea è una patologia subdola che mostra sintomi chiari solo in fase avanzata, cioè quando ha già provocato danni significativi.

 

Per questo motivo, è importante sottoporsi a visite di screening. In particolare è opportuno sottoporsi al test PSR (Periodontal Screening and Recording) che è rapido, indolore e non invasivo, per verificare in massimo 15 minuti il proprio stato di salute parodontale.

Trattamento della piorrea

Come si cura la piorrea già conclamata?

  • Trattamento dei fattori di rischio.
  • Pulizia professionale.
  • Possibile trattamento chirurgico e rimozione del dente.
  • Antibiotici, se valutato dall’odontoiatra.

Le persone che presentano evidenti fattori di rischio, come ad esempio una scarsa igiene orale, diabete e consumo di nicotina, possono agire per contenere (o anche prevenire) problemi parodontali. Infatti, le abitudini comportamentali contribuiscono a evitare l’insorgenza del problema.

 

Diversamente dalla gengivite, che di solito regredisce con una corretta igiene orale (uso quotidiano di spazzolino e filo interdentale), la piorrea richiede costanti cure professionali.

 

Infatti, tramite una valida igiene orale, è possibile pulire solo 2-3 millimetri al di sotto della linea gengivale. Tuttavia, il dentista può ripulire le tasche gengivali fino 6-7 millimetri di profondità con tecniche di detartrasi (rimozione del tartaro) e levigatura radicolare, che permettono di asportare completamente placca e tartaro.

 

Se le tasche sono profonde 5 millimetri o più, è spesso necessario un intervento chirurgico. Il parodontologo può accedere al dente sotto la linea gengivale aprendo chirurgicamente un lembo di tessuto gengivale.

 

Dopodiché, deterge con cura i denti e corregge i difetti dell’osso (talvolta tramite innesti ossei) sotto il lembo, quindi ricuce il lembo in posizione adeguata.

 

Inoltre, il parodontologo può rimuovere parte della gengiva infetta e staccata tramite una gengivectomia, in modo da far aderire nuovamente ai denti il resto della gengiva e consentire al paziente di rimuovere la placca a casa, tramite l’igiene orale domiciliare.

 

Talvolta, vengono estratti i denti. L’odontoiatra può prescrivere antibiotici, soprattutto se si è sviluppata una raccolta di pus (nota come “ascesso”). Inoltre, può anche inserire materiale impregnato di antibiotici nelle tasche gengivali profonde, in modo che l’area colpita dalla malattia riceva elevate concentrazioni del farmaco. Se è vero che gli ascessi parodontali comportano l’aumento della distruzione dell’osso, un immediato trattamento che includa l’intervento chirurgico e gli antibiotici può consentire a gran parte dell’osso danneggiato di rigenerarsi rapidamente.

 

Spero di esserti stato utile con questa guida approfondita. Se hai ulteriori domande o dubbi, non esitare a scrivermi all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: saremo ben lieti di risponderti.




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