Parodontite e rimedi naturali: funzionano davvero? Smascheriamo alcuni falsi miti

La parodontite si può curare con i “rimedi della nonna” o rimedi naturali? Benché molte persone ne siano convinte, la risposta è no. Infatti, si tratta di una patologia infiammatoria di origine batterica (con alcuni fattori concomitanti), che si manifesta quando la situazione dentale è già compromessa. Per curare questa condizione, sono necessarie cure odontoiatriche professionali, mirate e affidabili, come vedremo in questo articolo.

I rimedi della nonna per la parodontite funzionano davvero?

Purtroppo, in giro per il web si trova di tutto, e spesso si legge di rimedi “miracolosi” che sembrerebbero curare magicamente la parodontite o piorrea.

 

I rimedi della nonna non curano la parodontite e non sono risolutivi: occorre l’intervento professionale di un parodontologo esperto, e presso il nostro studio odontoiatrico a Modena siamo in grado di darti tutte le indicazioni del caso e di prenderci cura di ogni situazione parodontale. La salute orale e il benessere delle persone è fondamentale!

 

È sempre bene ricordare che la parodontite non trattata, mediante protocolli medici adeguati e in modo puntuale e tempestivo, è sempre destinata a peggiorare, provocando la perdita dei denti, se in fase molto avanzata.

 

Tuttavia, possiamo affermare che alcuni accorgimenti naturali possono essere utili a lenire alcuni sintomi caratteristici della malattia parodontale, come vedremo nel prossimo paragrafo.

 

Perciò, meglio non affidarsi a rimedi naturali per la risoluzione di questa patologia, ma limitarsi a utilizzarne alcuni come coadiuvanti a corrette e adeguate pratiche di igiene orale e di prevenzione della malattia o mantenimento di uno stato di buona salute orale dopo la terapia.

Parodontite: alcuni rimedi naturali da affiancare a una terapia medica adeguata

Come abbiamo accennato poco fa, se per “rimedi naturali” facciamo riferimento a prodotti di sostegno al mantenimento del benessere della bocca, tra i più famosi possiamo trovare:

  • Acqua e sale: questa soluzione può essere utilizzata come collutorio, per dare sollievo alle gengive gonfie e per tenere sotto controllo i batteri nella bocca.
  • Acqua e bicarbonato: Può contribuire a contrastare l’acidità, idratare la bocca ed eventualmente ridurre l’alitosi, anche se il bicarbonato è una base debole, e non è efficace contro la proliferazione dei batteri dovuta agli accumuli di placca.
  • Gel naturale di aloe vera: questa pianta è nota per le sue proprietà lenitive e antisettiche, e il suo gel può essere applicato localmente sulle gengive in caso di infiammazione, ma solo per alleviare la sensazione di fastidio, e non per agire sulle cause della patologia.
  • Malva e camomilla: di entrambe queste piante è noto l’effetto emolliente e antinfiammatorio, che in questo caso può agire a livello locale gengivale.
  • Tea tree oil: ha proprietà antibatteriche che possono contribuire a prevenire le infiammazioni delle gengive. Può essere utilizzato in aggiunta al dentifricio (un paio di gocce) o a un bicchiere d’acqua (circa 15 gocce), come collutorio nel caso di sciacqui della bocca.
  • Salvia: può aiutare a disinfettare le gengive infiammate e viene generalmente impiegata sotto forma di decotto.

Qualunque sia il rimedio o i rimedi che deciderai di utilizzare tra quelli elencati, è sempre importante non dimenticare che non possono curare una parodontite già in atto.

 

Non solo: nessuno di questi rimedi naturali è efficace a scopo preventivo, se non adeguatamente associato a normali pratiche di igiene orale (domiciliare e professionale): sono la base indispensabile per evitare lo sviluppo di placca e tartaro.

 

Infatti proprio un’igiene orale inadeguata, scorretta o insufficiente permette lo sviluppo dei batteri parodontali, e quindi l’insorgenza della piorrea. Rivolgiti sempre al tuo dentista di fiducia per ottenere una valutazione accurata dello stato di salute della tua bocca.

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Come si può curare professionalmente la piorrea?

Per intervenire con efficacia, l’odontoiatra può agire su due fronti:

  • Terapia parodontale non chirurgica: è la prima fase della terapia; avviene mediante la rimozione di placca e tartaro (importanti fattori di rischio) e con il controllo e l’igiene orale domiciliare. Da questo punto di vista, l’odontoiatra saprà guidare la persona a correggere le proprie abitudini e a lavorare sui fattori predisponenti. Questo aspetto può migliorare sensibilmente la situazione.
  • Terapia parodontale chirurgica, con una serie di terapie e un approccio manuale. Esistono vari tipi di terapia parodontale chirurgica, a seconda dei casi.

Tipi di terapia parodontale chirurgica

Vediamo insieme i vari tipi di terapia parodontale chirurgica:

  • Chirurgia conservativa: piuttosto semplice e ben tollerata: si apre un lembo gengivale per vedere direttamente l’osso sottostante e ripulire la tasca con maggiore efficacia.
  • Chirurgia rigenerativa: il tessuto parodontale può essere rigenerato parzialmente o totalmente.
  • Chirurgia resettiva: interviene sull’osso e sui tessuti molli, riducendo i difetti, e consente di eliminare la tasca gengivale muovendo i tessuti gengivali in direzione apicale.

Nel prossimo paragrafo, vediamo l’importanza del ruolo dell’odontoiatra.

Come procede l’odontoiatra in caso di parodontite?

Il professionista agisce su due aspetti fondamentali:

Aspetto tecnico/meccanico

Nelle tasche parodontali, l’odontoiatra interviene con i propri strumenti per disgregare il biofilm batterico patogeno. Successivamente, vengono rimossi i batteri all’interno della tasca. Una volta eliminata questa colonia batterica, si osserverà un notevole miglioramento della parodontite: il ruolo del dentista è davvero indispensabile.

Sensibilizzazione e counseling

L’aspetto della sensibilizzazione e del counseling è importantissimo: l’odontoiatra spiega le cause e i fattori predisponenti, sensibilizzando la persona all’adozione di abitudini regolari e favorevoli alla salute orale, per ridurre il rischio di malattia parodontale.

 

L’insegnamento è di tipo partecipativo: davanti allo specchio, i/le pazienti provano l’utilizzo degli strumenti e la tecnica di spazzolamento corretta direttamente nella propria bocca.

 

L’elemento più importante dell’attività di counseling è il controllo. Infatti, i controlli devono necessariamente essere periodici e regolari, per assicurarsi che la situazione parodontale sia gestibile, che il/la paziente abbia seguito i consigli e che pratichi correttamente l’igiene domiciliare con gli strumenti adeguati.

Quanto dura la parodontite e quanto il percorso di terapia?

Il percorso di terapia può durare dai 3 ai 4 mesi nelle situazioni più semplici, mentre dura fino ai 6-8 mesi nei casi più complessi.

 

A terapia conclusa, viene fatta una rivalutazione finale che pone a confronto la condizione di partenza con la situazione corrente, per accertarsi di aver ottenuto un miglioramento della patologia.

 

Di solito, il miglioramento si traduce con la remissione del processo infiammatorio, del sanguinamento, della mobilità dei denti, del sondaggio delle tasche parodontali. Una volta che il quadro infiammatorio è sotto controllo, la prognosi migliora.

 

Non è escluso che, dopo il periodo di rivalutazione, possa essere ancora presente qualche piccola tasca; il parodontologo può agire con terapie che migliorino il quadro clinico e che fanno parte della parodontologia chirurgica di cui parlavamo poco fa.

 

Inoltre, se è presente una recessione gengivale, sono previsti trattamenti di microchirurgia che prevedono il riposizionamento delle gengive stesse.

 

Spero vivamente di aver chiarito tutti i tuoi dubbi e le tue incertezze. Se hai ulteriori domande o questioni da porci, non esitare a scrivere all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: saremo davvero lieti di rispondere alle tue richieste.




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