- Curare la parodontite quando ancora si presenta lieve o agli stadi iniziali è determinante per NON perdere il dente e tornare ad uno stato di salute ottimale.
- Ma cosa intendiamo per parodontite lieve o parodontite in fase iniziale?
- Qual è la differenza tra parodontite lieve, moderata o grave?
- Perché curare la parodontite lieve?
- Quali sono le cause e i sintomi della parodontite lieve?
- Come si cura la parodontite lieve?
- Come è possibile prevenire la parodontite lieve?
- Conclusioni
Curare la parodontite quando ancora si presenta lieve o agli stadi iniziali è determinante per NON perdere il dente e tornare ad uno stato di salute ottimale.
La parodontite è una malattia infiammatoria cronica causata da un’infezione batterica e presente in tutta la popolazione a livello mondiale.
Solo in Italia sono 20 milioni gli individui affetti e 8 milioni in cui la malattia si presenta in forma grave (circa il 15%).
1 italiano su 2 sopra i 40 anni presenta segni di malattia.
Gengivite e parodontite sono malattie parodontali che spesso vengono confuse e sottostimate:
- La GENGIVITE è un’infiammazione superficiale dei tessuti che circondano il dente;
- mentre la PARODONTITE è una patologia cronica che interessa il parodonto (gengiva, cemento radicolare, osso alveolare e legamento parodontale). Se non curata e controllata può comportare la perdita dei denti.
Ma cosa intendiamo per parodontite lieve o parodontite in fase iniziale?
Cerchiamo in questo articolo di rispondere alle seguenti domande principali:
- Qual è la differenza tra parodontite lieve, moderata o grave?
- Perché è fondamentale curare la parodontite quando è lieve?
- Quali sono i sintomi della parodontite lieve?
- Come si cura la parodontite lieve?
- Come è possibile prevenire la Parodontite lieve?
Qual è la differenza tra parodontite lieve, moderata o grave?
La parodontite può essere lieve, moderata o grave, e si può presentare localizzata o generalizzata (qui parliamo approfonditamente della sua classificazione).
LIEVE O MODERATA
Nella fase iniziale la parodontite si presenta con un’infiammazione superficiale.
Le gengive sono arrossate, sanguinano, sono gonfie e lievemente dolenti.
Sebbene si pensi che la gengivite e la parodontite lieve siano la stessa patologia, esistono degli esami strumentali che possono evidenziarla.
Il parametro principale da determinare è la perdita di attacco che si deduce in pochi minuti solo con l’aiuto della sonda parodontale e con una manovra rapida, non invasiva e poco dolorosa.
Nei casi di parodontite iniziale e moderata, la perdita di attacco è lieve e moderata e non si estende ad un terzo della lunghezza della radice.
GRAVE E COMPLICATA
La parodontite si definisce grave o complicata, quando il danno prodotto al parodonto è già significativo e la perdita di attacco si estende ai due terzi di lunghezza della radice.
I principali sintomi sono:
- gengive gonfie, sanguinanti e dolenti;
- mobilità dentale;
- tasche parodontali profonde;
- riassorbimenti ossei orizzontali e verticali.
La nuova classificazione delle malattie parodontali è stata pubblicata nel 2018 in seguito al Workshop mondiale della EFP (European Federation of Periodontology) ed AAP (American Association of Periodontology).
Qui ho scritto un articolo sulla cura della parodontite avanzata.
La parodontite è stata divisa in stadi da 1 a 4 (1 il più lieve) e in gradi (a,b,c).
Lo stadio rappresenta la gravità della malattia. Sono considerati il livello di perdita di attacco, il numero di denti persi e tutta una serie di parametri che ne esprimono la severità.
Il grado esprime la probabilità di progressione.
Avere la diagnosi rappresenta dunque un passo cruciale per impostare la corretta terapia e gestire il caso nel migliore dei modi.
Perché curare la parodontite lieve?
La cura della parodontite è sempre fondamentale, ma nel caso della parodontite lieve ci sono almeno 4 motivi:
- la diagnosi precoce consente di intervenire quando la malattia ha determinato pochi danni;
- la terapia è meno invasiva da tutti i punti di vista (biologico, temporale ed economico);
- la soluzione è più semplice e con meno conseguenze;
- evita la correlazione con altre malattie sistemiche (tra cui le malattie cardiovascolari).
L’inquadramento precoce del paziente e la corretta gestione nelle fasi iniziali comporta chiaramente trattamenti di lieve entità e maggior probabilità di riuscita.
Quali sono le cause e i sintomi della parodontite lieve?
La parodontite è per definizione una malattia silente.
I sintomi nelle fasi iniziali in genere sono piuttosto sfumati:
- Sanguinamento delle gengive: rappresenta la prima vera “spia” che esprime la presenza di un’infiammazione;
- Alitosi: l’alito cattivo è spesso associato a batteri, specie quelli più aggressivi per il parodonto, che hanno caratteristiche particolari;
- Denti che si allungano: il riassorbimento osseo contestuale alla retrazione gengivale può portare ad un’aumentata lunghezza del dente.
L’analisi dei fattori principali di rischio rappresenta un elemento imprescindibile per il controllo della malattia.
Come si cura la parodontite lieve?
I fattori di rischio della malattia sono:
- predisposizione individuale
- familiarità
- placca batterica
- sanguinamento gengivale
- tasche gengivali
- diabete
- fumo
- stress
- alterazione delle difese immunitarie
È solo attraverso l’analisi di questi fattori e il controllo che si può avere successo.
La prima fase di cura è volta a migliorare il controllo dei fattori di rischio.
Il primo punto importante è il controllo di placca professionale e domiciliare (supportando il paziente su come lavare i denti e utilizzare il filo interdentale a casa).
Parallelamente un altro parametro da risolvere è il sanguinamento gengivale.
Questo si ottiene con una rimozione professionale di placca e tartaro e un mantenimento da parte del paziente. Una volta risolto il quadro infiammatorio, si fa un sondaggio parodontale completo che determina se ci sono esiti di malattia (tasche parodontali).
Nel caso siano presenti delle tasche parodontali, si possono eseguire dei trattamenti chirurgici volti a risolverle e ridurle riportandole ai valori fisiologici.
Segue a questo la terapia di supporto per mantenere l’equilibrio raggiunto prevenendo la recidiva e la progressione della malattia (nuova e ulteriore perdita dei tessuti di sostegno dei denti, perdita di denti, ecc).
Come è possibile prevenire la parodontite lieve?
Come abbiamo visto nel paziente sano è possibile prevenire la malattia prima di ogni stadio iniziale attraverso un completo controllo dei fattori di rischio.
Il paziente deve essere informato e collaborare con il professionista per questo ambito traguardo.
In questo caso risultano determinanti:
- la diagnosi precoce attraverso l’esecuzione del test p.s.r ad ogni visita e durante le regolari sedute di mantenimento igienico;
- e una terapia di mantenimento ad intervalli regolari (ogni 3-6 mesi).
Questi consentono di verificare il controllo della placca (indice di placca inferiore al 20%) e il controllo del sanguinamento (<10%), obbiettivi da raggiungere e mantenere nel tempo.
Noi oggi sappiamo che se un sito gengivale, stimolato da una sonda, non sanguina ha un’elevata probabilità di rimanere stabile nel tempo.
Ci sono studi clinici ad alta valenza scientifica che esprimono una probabilità di stabilità di una gengiva che non sanguina al sondaggio parodontale prossima al 99%.
Conclusioni
Il controllo dei fattori di rischio che si traducono in un’ ottima igiene orale a casa (controllo di placca adeguato), adesione ad un protocollo di mantenimento dal dentista di fiducia con una igiene dentale professionale regolare, associati ad uno stile di vita sano (senza fumo) sono fattori essenziali per prevenire la parodontite.
Qualora la diagnosi fosse più tardiva e ci si trovasse di fronte alla parodontite, la cura prevede una fase iniziale sempre con l’obiettivo di ridurre lo stato infiammatorio a cui può seguire, in alcune situazioni, una fase chirurgica.
La chirurgia parodontale può correggere gli esiti della malattia agendo sia sui tessuti duri che sui tessuti molli; inoltre in alcuni casi può andare a rigenerare i tessuti persi.
Il ripristino dello stato di salute deve poi essere mantenuto nel tempo attraverso un’adeguata terapia di supporto. Il medico ed il paziente devono in questa fase collaborare per la riuscita nel tempo.
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