Malattie parodontali: di cosa si tratta e tutto quello che c’è da sapere

Hai mai sentito parlare delle malattie parodontali o patologie del parodonto? Determinano gravi alterazioni a carico delle strutture di sostegno del dente, e possono condurre alla recessione gengivale fino alla perdita dei denti. In questo articolo conosceremo insieme da vicino le varie malattie parodontali e vedremo come intervenire per recuperare sorriso e funzionalità masticatoria.

Malattie parodontali: un po’ di numeri

Secondo i dati del Ministero della Salute, la malattia parodontale colpisce in Italia circa il 60% della popolazione. Di questa, circa il 10% manifesta forme severe. La fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni è particolarmente colpita da questo problema.

 

La malattia parodontale comprende le gengiviti e le parodontiti, malattie che riconoscono un’eziologia multifattoriale principalmente batterica, con l’interazione di tre fattori:

  • Suscettibilità della persona.
  • Fattori ambientali.
  • Fattori comportamentali.

Come abbiamo accennato nell’introduzione, queste condizioni coinvolgono l’area del parodonto, cioè i tessuti intorno ai denti che li mantengono attaccati allo strato osseo: gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamento parodontale.

 

Molto spesso, i sintomi e i segni delle malattie parodontali non destano particolare preoccupazione nei/nelle pazienti, che tendono a trascurare questa condizione.

 

Invece, quello che consigliamo nel nostro studio odontoiatrico a Modena, è sottoporsi regolarmente a controlli professionali, curare l’igiene orale e non trascurare mai eventuali situazioni che possono essere affrontate sul nascere, evitando trattamenti invasivi.

 

Ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche delle malattie parodontali.

Parodontite (nota anche come piorrea)

La parodontite (nota anche come piorrea) è una malattia infiammatoria cronica della bocca, che distrugge progressivamente le strutture portanti dei denti.

 

Solitamente, questa patologia si sviluppa quando una gengivite, con abbondante accumulo di placca che diventa tartaro sotto il margine gengivale, non è stata correttamente trattata.

 

Nella parodontite, si creano tasche profonde nel tessuto parodontale, con proliferazione di microrganismi colonizzatori particolarmente dannosi.

 

I microrganismi innescano il rilascio cronico di mediatori dell’infiammazione, che colpisce il legamento parodontale, la gengiva, la radice e l’osso alveolare.

 

Progressivamente, le gengive perdono le inserzioni sui denti, inizia il riassorbimento osseo e le tasche parodontali diventano più profonde. Con la progressiva perdita di osso, i denti possono diventare mobili e le gengive possono recedere. Nelle fasi successive, è frequente la migrazione dei denti, con possibile perdita dei denti.

Sintomatologia della parodontite

Dopo averne accennato brevemente, vediamo in maniera più approfondita i sintomi e i segni della parodontite:

  • Arrossamento gengivale: le gengive sono molli e poco toniche.
  • Sanguinamento gengivale: si può notare durante la pulizia dei denti con lo spazzolino.
  • Retrazione gengivalenelle fasi più avanzate di parodontite: le gengive che si ritiranosi spostano dal colletto, scoprendo una piccola porzione di radice.
  • Alitosi. Indica la presenza di batteri che si annidano nelle tasche parodontali. Qui ci riferiamo a un’alitosi persistente e ricorrente, e non di una condizione temporanea, che può manifestarsi dopo il consumo di cibi come aglio, cipolla o peperoni.
  • In fase ancora più avanzata del disturbo, come abbiamo visto, si possono abbassare le gengive tra un dente e l’altro; oppure, si possono notare spostamento degli elementi dentali degli elementi dentali e allungamento dei denti.


Fattori di rischio per la parodontite

I fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza della parodontite sono prevalentemente di carattere comportamentale, (a parte la predisposizione genetica) e quindi modificabili con l’adozione di buone abitudini amiche della salute orale.

 

Vediamo quindi i fattori predisponenti alla malattia parodontale:

  • Placca: una buona igiene orale, domiciliare e professionale, può contribuire a prevenire l’insorgenza del problema.
  • Fumo: si tratta di un’abitudine viziata da ridurre (o meglio eliminare) anche per una questione di salute generale.
  • Obesità e diabete: lo stato pro-infiammatorio delle persone con obesità e diabete può peggiorare o favorire l’insorgenza di parodontite, che è proprio una malattia infiammatoria.
  • Stress emotivo: lo stress può abbassare le difese immunitarie e aumentare la produzione di sostanze come radicali liberi e citochine che peggiorano l’infiammazione causata dai batteri.
  • Carenza di vitamina C (scorbuto): pazienti con un’alimentazione carente di vitamina C mostrano una maggiore tendenza al sanguinamento gengivale e una maggiore predisposizione alla parodontite.
  • Genetica. Riveste un ruolo importante. Infatti, in alcuni casi, ereditiamo da genitori e nonni una predisposizione familiare allo sviluppo della malattia parodontale.

Come si può curare la parodontite?

Per rallentare o, nella migliore delle ipotesi, risolvere questa situazione, l’odontoiatra può agire in due fasi:

  1. Prima fase-terapia parodontale non chirurgica: è la prima fase della terapia; avviene tramite la rimozione di placca e tartaro (importanti fattori di rischio) e tramite il controllo e l’igiene orale domiciliare.
  2. Seconda fase-terapia parodontale chirurgica. Esistono almeno tre tipi di terapia parodontale chirurgica:
  3. Chirurgia conservativa, piuttosto semplice e ben tollerata: si apre un lembo gengivale per osservare direttamente l’osso sottostante e ripulire la tasca gengivale con maggiore efficacia.
  4. Chirurgia rigenerativa: il tessuto parodontale può essere ripristinato parzialmente o totalmente.
  5. Chirurgia resettiva: agisce sull’osso e sui tessuti molli, riducendone i difetti. Inoltre, permette di eliminare la tasca gengivale spostando i tessuti gengivali in direzione apicale.

Scopriamo ora qualcosa di più sulla gengivite.

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Gengivite

La gengivite è un tipo di malattia parodontale caratterizzata da infiammazione delle gengive, che determina sanguinamento con tumefazione, arrossamento, cambiamento dei normali contorni, ed eventualmente fastidio e dolore.

 

La gengivite può essere di due tipi:

  • Gengivite indotta da placca, in genere dovuta a scarsa igiene orale. Una scarsa igiene orale consente alla placca di accumularsi tra i denti e la gengiva. L’irritazione dovuta alla placca approfondisce il normale solco tra il dente e la gengiva, creando tasche gengivali. Queste tasche contengono batteri che determinano gengivite e carie radicolari. Questo tipo di gengivite può essere accelerata o aggravata da cambiamenti ormonali, disturbi sistemici, farmaci, carenze nutrizionali.
  • Gengivite non indotta da placca: insorge solo in una piccola percentuale di persone. Le cause includono infezioni batteriche, fungine, virali, reazioni allergiche, traumi, disturbi mucocutanei e malattie ereditarie. Per esempio, durante la menopausa, potrebbe verificarsi una gengivite desquamativa. È caratterizzata da tessuto gengivale rosso scuro, dolente e facilmente sanguinante.

Sintomatologia della gengivite

La gengivite semplice provoca inizialmente un peggioramento del solco gengivale tra dente e gengiva, seguito da una banda di gengiva rossa e infiammata intorno a uno o più denti, con rigonfiamento della papilla interdentale e probabile sanguinamento. Non è necessariamente presente il dolore. L’infiammazione può risolversi, rimanere superficiale per anni o evolvere occasionalmente in parodontite.

 

La pericoronite è un’infiammazione acuta e dolorosa del lembo gengivale che riveste un dente parzialmente erotto, solitamente intorno ai terzi molari mandibolari (i famosi denti del giudizio). L’infezione è frequente e può evolvere in un ascesso.

 

Questo disturbo spesso ritorna quando il cibo rimane intrappolato sotto il lembo gengivale e può essere peggiorato dal trauma di un terzo molare mascellare opposto. Quando il dente spunta completamente, il lembo gengivale scompare. Molti denti del giudizio non erompono e sono detti “impattati”.

Fattori di rischio per la gengivite

La gengivite è causata dai batteri che si accumulano in bocca e formano una pellicola sui denti, che peggiora poi in placca e tartaro. La presenza di placca e tartaro determina l’infiammazione e il sollevamento dei tessuti gengivali, consentendo ai batteri di aggredire la base dei denti e indebolirne la solidità.

 

I batteri possono proliferare nella bocca per diversi motivi:

  • Igiene orale scarsa;
  • Fumo e alcool;
  • Dieta ricca di zuccheri e alimenti irritanti;
  • Infezioni concomitanti presenti in bocca;
  • Squilibri e alterazioni ormonali (gravidanza, menopausa);
  • Protesi dentarie che provocano sfregamento e irritazione.


Come si può curare la gengivite?

La gengivite semplice si controlla con un’igiene orale appropriata (sia professionale, sia domiciliare) ed eventuale utilizzo di un collutorio antibatterico.

 

Se presente, la gengiva in eccesso può essere escissa. I farmaci che causano iperplasia gengivale devono essere sospesi, quando possibile; diversamente, è consigliata una intensificazione dell’igiene domiciliare e un’igiene professionale più frequente (almeno ogni 3 mesi).

 

Il trattamento della pericoronite prevede:

  • Rimozione di detriti sottostanti il lembo gengivale.
  • Sciacqui con soluzione fisiologica, perossido di idrogeno all’1,5% o clorexidina allo 0,12%.
  • Estrazione, soprattutto quando gli episodi sono reiterati. Se si sviluppa un’infezione severa, gli antibiotici possono essere somministrati un giorno prima dell’estrazione e durante la guarigione.

Invece, nella gengivite provocata da malattie sistemiche, il trattamento è rivolto alla causa.

Come prevenire le malattie parodontali?

Le malattie parodontali si possono prevenire prendendosi cura di denti e gengive. Ciò significa scegliere di seguire buone abitudini di igiene orale e sottoporsi a regolari controlli professionali dal dentista, almeno un paio di volte l’anno.

 

Gli elementi fondamentali per una buona igiene orale sono:

  • Lavarsi i denti almeno due volte al giorno (l’ideale sarebbe tre volte), per almeno due minuti, utilizzando uno spazzolino elettrico o manuale.
  • Pulire gli spazi interdentali almeno una volta al giorno, utilizzando gli scovolini o spazzolini interprossimali e il filo interdentale.
  • Dopo essersi lavati i denti, è possibile utilizzare collutori antisettici su consiglio del proprio odontoiatra.
  • È necessario pulire con molta attenzione denti con otturazioni, corone e protesi perché la placca si accumula rapidamente in questi punti che potrebbero essere di difficile accesso. L’igienista saprà dare indicazioni precise per un’igiene domiciliare efficace.

Malattie e condizioni perimplantari

Le malattie perimplantari sono condizioni infiammatorie molto diffuse. Queste condizioni sono correlate a carenze dei tessuti molli e duri. La nuova classificazione dell’American Academy of Periodontology (AAP, 2017) delle malattie parodontali include tre forme di malattia peri-impianto:

  • Mucosite perimplantare: i segni clinici comprendono sanguinamento all’ispezione, gonfiore e infiammazione associati alla placca. Questa condizione può essere contrastata con misure per l’eliminazione della placca.
  • Perimplantite: è una condizione patologica associata alla placca, ed è caratterizzata da infiammazione e conseguente perdita progressiva dell’osso di sostegno. Si associa a uno scarso controllo della placca e insorge in pazienti con un quadro clinico di parodontite grave. Il trattamento è sovrapponibile a quello per la parodontite.
  • Carenze perimplantari di tessuti molli e/o duri: la normale guarigione dopo la perdita dei denti può comportare un deficit dell’osso mandibolare o mancanze della gengiva cheratinizzata densa. Queste anomalie possono essere trattate innestando i tessuti duri o molli.

Come prevenire le malattie e le condizioni perimplantari?

Sul Journal of Clinical Periodontology (JCP) è stato pubblicato un documento, “Prevention and treatment of peri-implant diseases – The EFP S3-level clinical practice guideline” (Prevenzione e trattamento delle malattie perimplantari – Le linee guida per la pratica clinica di livello EFP S3) a cura del professor David Herrera e del suo gruppo di lavoro.

 

Il documento suggerisce che la prevenzione delle malattie perimplantari dovrebbe iniziare appena gli impianti dentali vengono pianificati. Gli interventi preventivi sono indicati anche quando gli impianti sono posizionati chirurgicamente o caricati protesicamente.

 

Una volta che gli impianti sono allocati, il/la paziente dovrà seguire un programma di assistenza perimplantare di supporto, che comprende valutazioni periodiche della salute del tessuto perimplantare e istruzioni mirate sull’igiene orale.

 

Spero di esserti stato d’aiuto con questo approfondimento sulle malattie parodontali. Se hai altre domande o dubbi da esporci, non esitare a scrivere all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: saremo molto lieti di rispondere alle tue richieste.




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