Come prevenire la parodontite? Ecco perché la prevenzione è fondamentale

Probabilmente avrai sentito parlare della piorrea, nota anche come “parodontite”. È una malattia infiammatoria orale cronica, che attacca e distrugge gradualmente le strutture di sostegno dei denti (il parodonto). È una malattia subdola, perché, quando si manifesta le condizioni sono già critiche. Proprio per questa ragione, è importantissimo avere cura della salute parodontale con una buona prevenzione, come vedremo in questo articolo.

Parodontite, screening e controllo dei fattori di rischio

La malattia parodontale o piorrea è una delle principali cause della perdita dei denti. I batteri sono la causa principale dell’infiammazione che determina gli esiti della malattia.

 

Il controllo dei cosiddetti fattori di rischio, cioè placca e tartaro, tasche parodontali residue, fumo, diabete, etc. -, è importantissima, poiché impedisce lo sviluppo dei primi segni della malattia, e consente di agire in maniera non invasiva.

 

Come approfondito in un nostro recente articolo (“Parodontite, salvare i denti naturali: una ricerca scientifica durata 30 anni spiega come”) questa malattia è assai frequente: una persona su due in Italia ne ha qualche segno dopo i 40 anni di età, e addirittura due persone su tre sopra i 65 anni.

 

Abbiamo già visto nell’articolo “Test PSR Parodontite” che esistono test di screening non invasivi e di rapida esecuzione, che consentono di valutare lo stato di salute parodontale della persona.

 

Per altri articoli a tema parodontologia, ti invito a sbirciare il nostro blog.

Come funziona il test PSR?

L’esame di screening (Periodontal Screening Recording) utilizza una sonda millimetrata e stabilisce un punteggio tramite un sondaggio dei solchi gengivali. In base all’esito del test di screening, può rendersi necessario un approfondimento diagnostico.

 

Gli indici biomedici sono:

  • L’indice di placca;
  • L’indice di sanguinamento espressi entrambi in percentuale.

Questi valori rappresentano lo stato di salute sopra e sotto-gengivale e sono dati dalla profondità del sondaggio, dall’entità della recessione gengivale e dalla perdita di attacco clinico.

 

A questi parametri, si associa un’analisi millimetrica della gengiva aderente, l’eventuale sondaggio delle biforcazioni e il grado di mobilità degli elementi dentali.

 

Nel nostro studio odontoiatrico a Modena ci prendiamo massima cura della salute parodontale e sensibilizziamo i pazienti al controllo dei fattori di rischio, sia tramite una corretta e regolare igiene dentale domiciliare, sia tramite il rapporto di fiducia con l’odontoiatra e il parodontologo specialista, per ricevere tempestivamente una diagnosi differenziale e scoprire se siano già presenti segni di parodontite.

 

Il parodontologo è un medico della salute orale che ha non solo il delicato compito di curare, ma anche di monitorare il paziente sano e seguirlo nel tempo. In questo modo, è possibile trattare adeguatamente situazioni parodontali in fase iniziale e ottenere risultati più che soddisfacenti.

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Parliamo dell’indice di sanguinamento

Uno dei “campanelli d’allarme” che annunciano una parodontite in fase iniziale è il sanguinamento gengivale.

 

Il sanguinamento gengivale da osservare con attenzione non è solo quello spontaneo, ma quello che il parodontologo è in grado di valutare col sondaggio parodontale di cui abbiamo parlato poco fa. Come abbiamo detto, attraverso il sondaggio gengivale, non invasivo e per lo più indolore, è possibile stabilire una percentuale di sanguinamento.

 

In condizioni di stabilità, questo valore è inferiore al 10%. Vari studi hanno dimostrato come una gengiva che non sanguina al sondaggio avrà una maggiore probabilità di mantenersi stabile nel tempo. L’indice di sanguinamento esprime la valutazione sul controllo dell’infiammazione gengivale profonda.

Parliamo dell’indice di placca

In ambito parodontale, un altro indice fondamentale è l’indice di placca: che si calcola valutando la presenza di depositi di placca sulla superficie visibile del dente.

 

Un valore inferiore al 20% indica un buon controllo della patologia ed esprime la capacità del paziente di mantenere un adeguato livello di rimozione della placca.

 

È fondamentale che la persona con un livello di placca superiore al 20% sia aiutata e supportata dal professionista affinché ottenga il risultato sperato.

 

Infatti, è scientificamente dimostrato che l’esecuzione di qualsiasi terapia in condizioni non ideali, con indici di placca e sanguinamento non adeguati, esponga il paziente a un aumentato rischio di fallimento della terapia o a una maggiore probabilità di complicanze.

Quali sono i fattori di rischio per la piorrea?

Abbiamo detto che la piorrea è provocata dalla proliferazione di batteri, ma ci sono altri fattori predisponenti che possono peggiorare l’esito della malattia, aggravarne la prognosi o accelerarne la progressione.

Diabete

Diabete e piorrea sono collegati. Infatti, questa patologia tende ad aggravare il quadro infiammatorio della persona che ne è affetta, alterando le difese immunitarie. Dato che la piorrea è una patologia infiammatoria, la correlazione diabete-piorrea sarà particolarmente incisiva per il/la paziente parodontale.

 

Viceversa, la letteratura scientifica ha recentemente reso noto che anche la piorrea può peggiorare un quadro diabetico conclamato, confermando perciò il doppio legame tra le due condizioni.

 

Quindi, alla persona che ha il diabete, è consigliabile seguire visite odontoiatriche da un parodontologo esperto, per controllare la salute delle gengive ed eventualmente iniziare una terapia.

 

Fumo di sigaretta

Anche tra il fumo di sigaretta e la piorrea c’è una relazione lineare: la nicotina agisce alterando il microcircolo; perciò, i capillari possono subire un’alterazione della propria normale funzionalità e le difese immunitarie locali possono a loro volta abbassarsi.

 

In questo modo, viene meno il trofismo che dipende da una corretta funzione del sistema immunitario, con il compito di contrastare le infezioni locali causate dai batteri. Inoltre, anche il riscaldamento locale dovuto all’inspirazione del fumo può aggravare il quadropatologico.

 

In particolare, i forti fumatori con una situazione parodontale compromessa dovrebbero interrompere il fumo di sigaretta, anche perché alcune terapie parodontali, come ad esempio le terapie rigenerative, sono sconsigliate alle persone fumatrici.

 

Igiene orale inadeguata

Igiene orale e piorrea sono strettamente correlate. Infatti, se l’igiene orale è regolare ed efficiente, è possibile eliminare la placca batterica, riducendo quindi l’accumulo dei batteri responsabili dell’infiammazione che causa la piorrea.

 

L’igiene orale dovrebbe essere effettuata dopo ogni pasto. Anche la qualità dello spazzolamento è importante: il corretto utilizzo dello spazzolino e di altri strumenti per l’igiene orale (scovolino, filo interdentale) deve essere spiegato da professionisti della salute orale.

 

Infatti, uno dei compiti del parodontologo e dell’igienista è proprio fornire le giuste indicazioni per un utilizzo adeguato degli strumenti di igiene orale domiciliare.

 

Genetica

In alcune situazioni, ereditiamo da genitori e nonni una predisposizione familiare allo sviluppo della piorrea ma, purtroppo, su questo fattore non abbiamo controllo.

 

Tuttavia, se in famiglia sono presenti casi pregressi di piorrea, è possibile monitorare la situazione già da giovani ed essere responsabili anche nella vita adulta, per individuare in tempo la piorrea giovanile, prima che comprometta la salute orale.

Come riconoscere la parodontite? Impariamo a intercettarne i segni

Purtroppo, la malattia è silente, per cui spesso ce ne accorgiamo tardi. Tra i principali segni ritroviamo:

  • Alitosi.
  • Recessione gengivale.
  • Sanguinamento gengivale.
  • Ascessi e gonfiori gengivali.
  • Spostamento e mobilità dentale.

Le dieci regole della prevenzione parodontale

Ecco i dieci consigli “salva denti e gengive” previsti dalle linee guida redatte dalla Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) insieme alla European Federation of Periodontology (Efp), all’American Academy of Periodontology (Aap) e all’Asian Pacific Society of Periodontology (Apsp):

  1. Non fumare.
  2. Preferire una dieta ricca di frutta e verdura che garantisca l’assunzione di adeguate quantità di vitamina C.
  3. Sottoporsi a una visita di controllo dal dentista e a una seduta di igiene orale professionale almeno due volte l’anno.
  4. Chiedere allo specialista di eseguire il test Psr, che individua in soli 5 minuti la presenza di parodontite.
  5. Lavare i denti almeno due volte al giorno, spazzolandoli per 4 minuti.
  6. Preferire lo spazzolino elettrico, più efficace nel rimuovere la placca rispetto a quello manuale.
  7. Scegliere dentifrici delicati, appositamente studiati per denti e gengive sensibili.
  8. Utilizzare gli scovolini interdentali di grandezza adeguata ai propri spazi oltre al filo interdentale.
  9. Usare, su consiglio del dentista, un adeguato collutorio antiplacca e fare riferimento allo specialista per le più corrette modalità di utilizzo.
  10. Se le gengive sanguinano, si ritraggono o sono arrossate, andare subito dal dentista per una valutazione adeguata.

Prevenzione parodontale e costi

Sapevi che il costo di un impianto dentale è superiore alla prevenzione e alla cura della parodontite? Sono stati realizzati studi scientifici che hanno dimostrato come la cura parodontale e la terapia di sostegno alla base della prevenzione abbiano un impatto socio-economico di gran lunga inferiore alla sostituzione di elementi dentali mancanti.

 

A questo dato, possiamo aggiungere che la letteratura del settore è concorde nel valutare “la salvaguardia dei denti” come la migliore soluzione terapeutica, non ci resta che chiudere quest’articolo ribadendo uno degli slogan utilizzato spesso nella comunicazione pubblicitaria ambito salute, perché risulta assolutamente corretto se parliamo di parodontite: prevenire è meglio di curare.




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