La fluorosi dei denti è l’eccesso di fluoro sulla superficie dentale e potrebbe essere riconducibile a un’eccessiva assunzione di fluoro durante l’infanzia; i segni più evidenti sono macchie bianche più o meno estese sulla superficie dei denti. Il trattamento delle conseguenze della fluorosi consiste nell’eliminazione degli inestetismi, tramite lo sbiancamento dentale o l’applicazione di faccette estetiche (in situazioni davvero compromesse). In questo articolo, scopriremo insieme tutto quello che ti occorre sapere.
Che cos’è la fluorosi dentale?
È un pensiero diffuso che il fluoro faccia bene ai denti, ed effettivamente è così. Tuttavia, durante la fluoro profilassi, potrebbe manifestarsi la fluorosi, una condizione legata all’assunzione di una eccessiva quantità di fluoro.
Cos’è il fluoro e a cosa serve?
Si tratta di un elemento chimico dalla valenza antibatterica e con un ruolo chiave nel rafforzare lo smalto dei denti e prevenire la carie. Tuttavia, quando è troppo, tende ad accumularsi e a danneggiare lo smalto dentale.
Come si manifesta la fluorosi: sintomi e segni
Non insorgono sintomi dolorosi (la fluorosi non fa venire male ai denti), invece possiamo individuare alcuni segni evidenti, come la comparsa di macchie bianche sui denti, irregolarità nella forma del dente e debolezza della dentatura, che risulta più soggetta a fratture.
Come si classifica la fluorosi?
A seconda della gravità, è possibile distinguere:
- Fluorosi leggera: il tipico carattere traslucido dello smalto subisce piccole alterazioni, che si manifestano sotto forma di puntini o macchioline bianche;
- Fluorosi molto lieve: i denti presentano aree opache che ricoprono meno del 25% della superficie;
- Fluorosi lieve: la superficie interessata dall’opacità è compresa tra il 25% e il 50% del totale;
- Fluorosi moderata: l’intera superficie dei denti è opacizzata e sono presenti anche punti di colore brunastro;
- Fluorosi grave: a essere colpita è anche la forma dei denti, che appaiono irregolari e corrosi.
Vediamo ora le cause della fluorosi nei bambini e nelle persone adulte.
Cause della fluorosi nei bambini
Spesso, a bambini e bambine in fase di crescita, vengono somministrati integratori a base di fluoro, finalizzati al benessere delle ossa e dei denti.
Tuttavia, se la fluoroprofilassi non è adeguatamente calibrata, può provocare qualche problema. Inoltre, talvolta, si tende ad abusare di dentifrici al fluoro, un errore diffuso tra i genitori.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce, nella profilassi a base di fluoro, una risorsa importante per la salute dentale. Lo stesso Ministero della Salute italiano lo sottolinea:
“La fluoroprofilassi, intesa come prevenzione della carie tramite l’utilizzo del fluoro, rappresenta la pietra miliare della prevenzione della carie ed è necessaria per tutti gli individui”.
Il processo della fluorizzazione dentale può iniziare durante la fase di gestazione. Infatti, dietro prescrizione del dentista e del pediatra, le donne in gravidanza possono assumere integratori contenenti anche fluoro per migliorare la dentizione del neonato.
Neonati e neonate, dall’età di 6 mesi, possono iniziare una terapia a base di fluoro che proseguirà fino ai 6 anni. Ci sono diversi metodi di fluorizzazione, dalle gocce al dentifricio fluorato, alle sostanze da applicare sullo smalto.
In generale, il ministero italiano tende a non raccomandare più la somministrazione di integratori, come accadeva anni fa, perché potrebbero causare una fluorosi dentale dovuta all’eccesso di fluoro assorbito. Lo stesso rischio si può correre quando il fluoro è presente in dosi massicce nell’acqua potabile.
Cause della fluorosi nelle persone adulte
L’insorgenza di fluorosi negli adulti è spesso correlata al consumo di acqua contenente un alto livello di fluoro. Lo dimostrano alcuni dati numerici interessanti.
In Brasile, circa il 45% delle città ha acque con un elevato tasso di fluoro. In Cile il 70,5% della popolazione beve acqua fluorurata. In Israele, più di 2 milioni di persone ricevono acqua con fluoro. Negli USA, a partire dal 2001, il 75% della popolazione riceve acqua con fluoro. Qui, inoltre, si tende a utilizzare questo minerale per disinfettare gli acquedotti che riforniscono case e strutture private.
Stando ai dati dell’Istituto Superiore della Sanità, in Italia non esistono normative sulla fluorizzazione artificiale delle acque.
L’unico riferimento normativo in merito è il decreto legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31 [5], che recepisce la direttiva comunitaria 98/83/CE [6]. Questo decreto stabilisce in 1.5 mg per litro la concentrazione massima di fluoro nelle acque potabili, in conformità a quanto indicato nella Direttiva.
Oltre alla presenza di questo minerale nell’acqua, la fluorosi potrebbe essere l’effetto collaterale di cure che richiedono l’assunzione di fluoro.
Rimedi per la fluorosi: come si eliminano le macchie bianche sui denti?
Trattare la fluorosi significa agire sulla causa di questa condizione, cioè l’eccesso di fluoro. Questo compito deve essere affidato a un professionista qualificato.
Invece, dal punto di vista dell’estetica dentale, quello che si può fare è eliminare o coprire le conseguenze della fluorosi, per avere denti bianchi e uniformi, senza macchie.
I rimedi principali per le macchie da fluorosi rientrano nei trattamenti di odontoiatria estetica e sono:
SBIANCAMENTO DENTALE
La tecnica più consigliata ed efficace è indubbiamente lo sbiancamento dentale domiciliare, noto anche come walking bleach. Questa tecnica è detta “domiciliare” poiché è effettuata direttamente dal/dalla paziente a casa nelle ore notturne.
Lo studio odontoiatrico (come per esempio il nostro studio odontoiatrico a Modena) fornisce una mascherina in silicone anallergico e un kit sbiancante che include un prodotto in gel sbiancante da applicare all’interno della mascherina.
La mascherina è realizzata su misura da un odontotecnico professionista, dopo che l’odontoiatra ha preso le impronte dentali del/della paziente. La mascherina va indossata prima di andare a dormire, e il gel agirà nelle ore notturne.
La letteratura scientifica mondiale è concorde nel ritenere questo trattamento il migliore in termini di:
- Risultati. Infatti, questa metodica è quella maggiormente studiata e utilizzata in tutto il mondo, con riscontri eccellenti.
- Durata. Dopo il trattamento iniziale, che dura circa 25- 30 giorni (60 giorni nei casi più gravi), si faranno uno o due richiami all’anno, che possono durare dai 3 ai 10 giorni e che consentono di stabilizzare il colore dei denti, con risultati sempre migliori.
- Effetti collaterali. Sono rari e tranquillamente gestibili: si tratta di una leggera sensibilità dentale al caldo e al freddo, che scompare alla fine del trattamento.
- Dosi basse e ben controllate del prodotto sbiancante: proprio per evitare sgradevoli effetti indesiderati, il punto di forza del walking bleach è l’applicazione di piccole quantità di prodotto sbiancante, solitamente perossido di idrogeno o di carbammide, con dosaggi limitati e a ridotta concentrazione, per un periodo più dilazionato.
FACCETTE DENTALI
Nei casi più compromessi (che sono rari), l’applicazione delle faccette dentali è una valida soluzione. È una procedura di precisione che richiede necessariamente di affidarsi a mani esperte: evita di acquistare faccette low cost!
Durante la prima visita, l’odontoiatra studierà il caso clinico individuale e verranno prese le impronte dentali del/della paziente, necessarie alla realizzazione delle faccette in ceramica.
Inoltre, l’esperto in estetica dentale progetterà una previsualizzazione estetica computer guidata, per mostrare alla persona il risultato del trattamento. Una volta stabilito il risultato, si fisseranno le due sedute necessarie per migliorare il sorriso del/della paziente.
Poiché le faccette per i denti sono realizzate ad hoc, il colore dovrà essere adattato al colore della dentatura naturale. Le prove estetiche iniziali sono necessarie per sincerarsi che il trattamento sia in armonia con il sorriso, la dentatura e le caratteristiche facciali della persona, prima di cementare le faccette in via definitiva.
A distanza di due settimane (necessarie alla realizzazione del manufatto) verranno cementate definitivamente le faccette. I tempi potrebbero aumentare o ridursi anche a seconda del numero di denti coinvolti.
Prima di salutarci ti lascio con una riflessione
La questione della fluoroprofilassi rimane centrale, anche se da sempre dibattuta. Sulla base di diversi studi, l’OMS sottolinea che, se si seguono le indicazioni, l’eccessiva assunzione di fluoro nel corso della terapia topica risulta essere molto limitata.
A mio avviso, non c’è da preoccuparsi. Infatti, in Italia, il quantitativo di fluoro che assumono i nostri bambini con la normale alimentazione è assai più basso dei quantitativi minimi che potrebbero causare i primi sintomi della fluorosi.
Anzi, sarebbe consigliabile integrare il fluoro a livello topico con prodotti professionali: è stato già dimostrato come l’applicazione di fluoro effettuata dal dentista con prodotti professionali possa ridurre notevolmente l’incidenza di carie nella persona adulta.
Inoltre c’è un ulteriore aspetto importante: i benefici del fluoro si hanno fino all’età di dodici anni: in seguito, le applicazioni topiche perdono di significato.
L’integrazione di fluoro per via orale (caramelle, gocce, gomme da masticare e altro) ha ormai perso qualunque indicazione, e i presunti effetti miracolosi di questi prodotti non sono ad oggi scientificamente dimostrati.
Infatti, l’effetto preventivo sembra essere più efficace con la somministrazione topica piuttosto che con la somministrazione sistemica.
Spero di aver chiarito eventuali tuoi dubbi in merito a fluorosi e fluoroprofilassi. Se hai ulteriori domande, puoi scrivere all’indirizzo simone@simonevaccari.it o rivolgerti allo studio: saremo molto lieti di risponderti.
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