Come curare la parodontite avanzata: vediamo insieme tutte le metodiche

La parodontite o piorrea è una malattia infiammatoria che coinvolge i tessuti di sostegno dei denti, come per esempio gengive, legamento parodontale e osso alveolare. Se non correttamente trattata, questa condizione può causare la perdita dei denti e altre complicazioni. In questo articolo, vedremo come curare la parodontite avanzata e preservare la salute orale.

Come viene diagnosticata la parodontite?

Per diagnosticare la parodontite o piorrea, il parodontologo esperto effettua il test PSR (acronimo di Periodontal Screening and Recording), rapido, indolore e non invasivo. Per fare questo test, ci si avvale di una sonda millimetrata che assegna un punteggio a seconda della profondità dei solchi gengivali (qui parliamo della classificazione della parodontite).

 

Quando si è in presenza di parodontite, il sondaggio gengivale o parodontale, che solitamente è di 1-2 o al massimo 3 mm, tende ad aumentare.

 

Nel nostro studio dentistico a Modena collaboriamo attivamente con un parodontologo, il dottor Bernardelli, che si occupa in particolare dei pazienti parodontali e da poco nel nostro team è entrato anche uno specialista parodontologo: il dottor Giorgio Stroppa, che ha conseguito la specialità in Parodontologia alla UIC University ed è associato alla European Association of Periodontology, il massimo riconoscimento che si possa avere in Italia.

 

Il nostro scopo è offrire un servizio di eccellenza, cercando di proporre soluzioni a tutte le casistiche della malattia parodontale, dalla cura della parodontite lieve a quella avanzata.

Cos’è il sondaggio parodontale?

La gengiva che osserviamo tutta intorno al dente è attaccata, ma, per circa un paio di millimetri, è leggermente staccata e crea il cosiddetto solco gengivale, una sorta di “fossato”, come quello dei castelli medioevali.

 

In condizioni normali, questo solco è misurabile con una sonda parodontale millimetrata. Nel caso in cui questa sonda scenda per più di 3 millimetri, arrivando fino a una decina di millimetri, si è in presenza di una tasca parodontale o tasca gengivale, cioè una specie di “grotta” o “galleria”.

 

È proprio qui che si annidano i batteri: più la tasca è profonda, più i batteri si accumulano. Inoltre, dato che nella profondità della tasca manca l’ossigeno, proliferano i batteri anaerobi, molto aggressivi.

 

Quindi, in caso di tasche parodontali profonde, i problemi sono due:

  • Sviluppo di un ceppo batterico particolarmente aggressivo (batteri anaerobi);
  • Maggior accumulo di batteri.

Nelle tasche parodontali, i batteri creano micro-ascessi e producono enzimi litici che danneggiano il parodonto, il sostegno del dente, che tende a ritrarsi.

 

Purtroppo, i micro-ascessi gengivali non danno sintomi e sono totalmente indolori, perciò la persona che ne è colpita non se ne accorge.

 

Talvolta, l’accumulo dei batteri in una tasca profonda provoca la formazione di macro-ascessi, con un conseguente rigonfiamento gengivale: questo segnale induce le persone a recarsi dal dentista.

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Come si può curare la parodontite quando è in fase avanzata?

Il trattamento della parodontite avanzata richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare, che tenga in considerazione fattori di rischio specifici ed eventuali condizioni aggiuntive del/della paziente. Vediamo insieme alcune delle principali strategie utilizzate.

Terapia chirurgica parodontale

In casi molto gravi e con eventuali complicazioni (come per esempio malattie sistemiche), può essere necessario intervenire chirurgicamente per rimuovere il tessuto infetto, ridurre le tasche parodontali, ricostruire il tessuto e l’osso perduto. Le procedure possono includere la gengivectomia, il lembo parodontale, il trapianto di tessuto connettivo e l’innesto osseo.

Estrazione dentale

Nei casi in cui il danno ai tessuti parodontali risulti irreversibile e il dente non possa essere recuperato, l’estrazione potrebbe essere l’unica opzione. Successivamente, è possibile valutare soluzioni protesiche, come per esempio impianti dentali o ponti, per ripristinare la funzione e l’estetica del dente.

Terapia non chirurgica parodontale 

Consiste nel controllo dei fattori di rischio, tra cui la placca batterica, e include:

  • Educazione all’igiene orale individuale: il dentista e/o l’igienista forniscono istruzioni dettagliate su come effettuare correttamente l’igiene orale a casa, con particolare attenzione a spazzolatura, utilizzo del filo interdentale e, quando necessario, specifici prodotti per il controllo della placca batterica.
  • Terapia di igiene orale professionale: consiste in una pulizia profonda dei denti e delle radici (detartrasi e levigatura radicolare) per eliminare placca e tartaro, riducendo così l’infiammazione e consentendo la guarigione dei tessuti.
  • Terapia farmacologica: possono essere prescritti antibiotici locali o sistemici per contrastare l’infezione batterica e ridurre l’infiammazione; inoltre, farmaci come gli antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS) possono essere suggeriti per alleggerire i sintomi e l’infiammazione associati alla parodontite grave.

Qual è il ruolo dell’odontoiatra nella fase di cura?

Nelle tasche parodontali, l’odontoiatra interviene con i propri strumenti per disgregare il biofilm batterico e rimuovere i batteri accumulati all’interno della tasca. Una volta rimossa questa colonia batterica, assisteremo a un sensibile miglioramento della parodontite.

 

Oltre all’aspetto tecnico e meccanico di risoluzione della parodontite, è fondamentale l’aspetto della sensibilizzazione e del counseling: il dentista spiega le cause e i fattori predisponenti della parodontite, rendendo consapevoli le persone circa l’adozione di sane abitudini, amiche della salute dentale, per ridurre il rischio di insorgenza della malattia.

 

L’insegnamento è di tipo attivo: davanti allo specchio, la persona prova l’utilizzo degli strumenti e la tecnica corretta direttamente nella propria bocca.

 

Il punto chiave dell’attività di counseling è il controllo: i controlli devono essere periodici e regolari, per assicurarsi che la situazione sia ben monitorata e gestita, che il/la paziente abbia seguito i consigli e che effettui adeguatamente l’igiene domiciliare con i giusti strumenti.

Ricordiamo alcuni segni tipici della malattia parodontale da tenere d’occhio

Ci sono alcuni segni e sintomi che possono aiutare a riconoscere la gravità della malattia parodontale:

  • Sanguinamento delle gengive frequente o persistente.
  • Alitosi persistente: un alito cattivo che non migliora con l’igiene orale regolare è un possibile segnale.
  • Recessione gengivale: le gengive sembrano ritirarsi o i denti sembrano più lunghi del normale.
  • Tasche parodontali profonde: le gengive si stanno allontanando dai denti e creano profonde cavità o “tasche” tra gengive e denti.
  • Cambiamenti nella posizione dei denti o nell’occlusione: se si notano modifiche nell’occlusione, come un “allentamento” dei denti o un cambiamento nella posizione dei denti, potrebbe essere parodontite.
  • Dolore o aumentata sensibilità: si potrebbe avvertire dolore o sensibilità gengivale, soprattutto durante la masticazione.

Siamo giunti alla fine di questa breve guida, che spero sia stata esaustiva. Se hai ulteriori domande o richieste da rivolgerci, non esitare a scrivere all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: saremo davvero lieti di rispondere alle tue domande.




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