Classificazione della parodontite o piorrea: da lieve ad avanzata, ecco tutto quello che devi sapere

Possiamo classificare la parodontite o piorrea in base al livello di gravità, da lieve ad avanzata, e capire come agire e quale trattamento scegliere in base al quadro clinico. Indubbiamente, intervenire su una condizione parodontale lieve, sottoporsi a regolari controlli e mantenere monitorata la situazione è la soluzione più efficace, per prevenire situazioni meno facilmente gestibili. Vediamo insieme di orientarci nella classificazione della malattia parodontale.

Come si classifica la parodontite o piorrea?

La nuova classificazione delle malattie parodontali è stata resa nota e pubblicata nel 2018, in seguito al Workshop mondiale della EFP (European Federation of Periodontology) e AAP (American Association of Periodontology). La parodontite è stata suddivisa in stadi da 1 a 4 (1 è il più lieve) e in gradi (A, B, C):

 

  • Lo stadio indica la gravità della malattia. I fattori da considerare sono il livello di perdita di attacco, il numero di denti persi e altri parametri che esprimono la severità del quadro clinico.
  • Il grado esprime la probabilità di progressione della malattia parodontale, cioè la sua capacità evolutiva.

Analizziamo questi fattori nel dettaglio.

Stadi e gradi della malattia parodontale

Le informazioni che leggerai sono piuttosto “tecniche” e servono a noi dentisti (presso il nostro studio odontoiatrico di Modena ne sappiamo qualcosa) per orientare la nostra valutazione, effettuare una diagnosi corretta e garantirti i trattamenti adeguati, ma non devi spaventarti: non sei tu a dover fare queste valutazioni!

 

Piuttosto, è fondamentale rivolgersi a professionisti seri, che si avvalgano della collaborazione di un parodontologo esperto e competente.

 

Il lavoro nel percorso di cura della parodontite non si limita al solo trattamento: è nostro compito sensibilizzare voi pazienti alla cura della vostra igiene orale e alla responsabilità della vostra salute.

 

Dopo la riuscita del trattamento, è fondamentale essere seguiti regolarmente, per tenere sotto controllo la situazione parodontale (dai un’occhiata al nostro articolo sulla terapia parodontale di mantenimento: ha lo scopo di conservare nel tempo la salute ripristinata nella prima fase di terapia parodontale non chirurgica).

 

Vediamo ora come si classifica la malattia parodontale.

Stadio I

Si osservano 1-2 mm di perdita di attacco oppure meno del 15% di perdita radiologica di osso, prevalentemente orizzontale. La massima profondità del sondaggio parodontale è 4 mm e non si riscontra perdita di denti.

Stadio II

In questo caso si osservano 3-4 mm di perdita di attacco, perdita radiologica fra il 15 ed il 33% di osso, prevalentemente orizzontale, e nessuna perdita di denti. La massima profondità di sondaggio è di 5 mm.

Stadio III

La perdita di attacco è maggiore o uguale a 5 mm. La perdita radiologica di osso è superiore al 33%. Si possono perdere al massimo quattro denti. La massima profondità di sondaggio parodontale è maggiore di 6 mm.

Stadio IV

La situazione è come la precedente, ma la perdita di denti superiore o uguale a cinque. Inoltre, si verificano disfunzione masticatoria, con collasso del morso, e mobilità dentale.

Grado A, B, C

Se non c’è stata alcuna progressione in cinque anni, la diagnosi è una parodontite di grado A. Se la progressione è inferiore a 2 mm, il grado è B. Se la progressione è stata di 2 mm o più, la diagnosi è una parodontite di grado C. I gradi A e B possono essere aumentati se il paziente fuma o è diabetico. Per esempio, un paziente che fuma 10 o più sigarette al giorno sarà cambiato in grado C, mentre uno che fuma meno di 10 sigarette sarà aggiornato a B.

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Parodontite lieve, moderata o grave: quali differenze?

La parodontite o piorrea può essere lieve, moderata o grave.

Parodontite lieve o moderata

Nella sua fase iniziale, la parodontite si presenta con un’infiammazione superficiale. Le gengive sono arrossate, sanguinano, sono gonfie e leggermente doloranti.

 

Attenzione, perché la gengivite può diventare parodontite. Diagnosticare una gengivite è semplice: viene fatto durante una visita di screening parodontale e sondaggio gengivale.

 

Quest’ultimo è un test non invasivo e per lo più indolore, con il quale è possibile stabilire una percentuale di sanguinamento (indice di sanguinamento).

 

In una situazione di salute, questo valore è inferiore al 10%. L’indice di sanguinamento indica la valutazione del livello di controllo dell’infiammazione gengivale.

 

Il secondo indice fondamentale è l’indice di placca, che si calcola osservando la presenza di depositi di placca sulla superficie visibile del dente.

 

Un valore inferiore al 20% esprime un buon controllo e la capacità del/la paziente di mantenere un corretto livello di rimozione della placca.

 

Nei casi di parodontite iniziale e moderata, la perdita di attacco gengivale è lieve e non si estende a un terzo della lunghezza della radice.

Parodontite grave e complicata

In questo caso, il danno causato al parodonto (il tessuto di sostegno del dente) è già notevole e la perdita di attacco si estende ai due terzi di lunghezza della radice.

 

I principali segni di questa condizione sono:

  • Gengive gonfie, sanguinanti e dolorose;
  • Mobilità dentale;
  • Tasche parodontali profonde;
  • Riassorbimenti ossei orizzontali e verticali.

Facciamo un passo indietro e vediamo come viene diagnosticata la parodontite.

Come si effettua la diagnosi della parodontite?

La diagnosi della malattia parodontale viene effettuata tramite una valutazione clinica professionale molto accurata e per mezzo di una radiografia dentale, quando necessario, per constatare la perdita dell’osso alveolare adiacente alle tasche parodontali. Per approfondire, ti suggerisco il nostro articolo sulla diagnosi parodontale.

 

L’ispezione dei denti e delle gengive, oltre al sondaggio delle tasche parodontali e alla misurazione della loro profondità, è di solito sufficiente per una diagnosi corretta.

 

Se le tasche sono più profonde di 4 mm, si è in presenza di piorrea. Il punteggio finale di ogni sestante (nella cartella parodontale, la bocca viene divisa in sei parti, dette sestanti) può variare tra 0 e 4, e permette di suddividere i pazienti in tre grandi gruppi:

Pazienti con codice 0

Sono pazienti in perfetta salute, che devono solo fare prevenzione con una corretta igiene orale e controlli periodici.

Pazienti con codice 1 e 2

Sono pazienti che presentano una infiammazione dei tessuti superficiali, ossia hanno una gengivite. Con un intervento tempestivo, queste situazioni cliniche sono totalmente reversibili e non lasciano danni.

 

Si procede con una terapia professionale di detartrasi e con un mantenimento igienico della bocca (sarà l’igienista a fornire tutte le indicazioni per una corretta pulizia dentale domiciliare).

Pazienti con codici 3 e 4

Questi pazienti presentano segni di una situazione parodontale alterata. In questo caso, devono essere tempestivamente rimandati all’esperto in parodontologia per esami diagnostici più approfonditi e per iniziare quanto prima la terapia più adatta.

Trattamento della parodontite o piorrea

Quando la malattia parodontale è già presente, i trattamenti includono:

  • Trattamento dei fattori di rischio.
  • Detartrasi (rimozione del tartaro) e levigatura radicolare.
  • Eventualmente antibiotici.
  • Chirurgia o estrazione (in fase avanzata): infatti se, al controllo, rimangono esiti della malattia (le famose tasche parodontali), può essere necessaria la terapia chirurgica parodontale.

Perché curare la parodontite quando è ancora lieve?

La diagnosi precoce permette di intervenire quando la patologia non ha fatto troppo danno; la terapia è meno invasiva da tutti i punti di vista (biologico, economico, a livello di investimento di tempo). La terapia è più semplice e con meno conseguenze, e si evita anche la correlazione con altre malattie sistemiche, come per esempio le malattie cardiovascolari.

Ricapitoliamo insieme

Il controllo dei fattori di rischio si traduce in:

  • Corretta igiene orale domiciliare (adeguato controllo della placca).
  • Adesione a un protocollo di mantenimento dal dentista di fiducia con una igiene dentale professionale regolare.
  • Stile di vita sano (niente fumo, abitudini alimentari regolari).

Qualora la diagnosi fosse più tardiva e si diagnosticasse la parodontite, il trattamento prevede una fase iniziale con l’obiettivo di ridurre lo stato infiammatorio, cui può seguire una fase chirurgica in alcune situazioni.

 

La chirurgia parodontale può correggere gli esiti della malattia, intervenendo sia sui tessuti duri, sia sui tessuti molli; in alcuni casi, può rigenerare i tessuti persi. Il ripristino dello stato di salute deve essere mantenuto nel tempo con un’adeguata terapia di sostegno. Medico paziente devono collaborare per mantenere stabile la situazione nel tempo.

 

Se hai ulteriori domande o dubbi da esporci, puoi scrivere all’indirizzo simone@simonevaccari.it o rivolgerti allo studio: saremo ben lieti di rispondere alle tue domande.




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